lunedì 17 marzo 2025

NEL CREPUSCOLO

Pittoresco e sublime, estetica letteraria nel romanzo gotico
foto via web

 

Nella notte oscura, dove il silenzio abita
si svelano i sogni di un tempo svanito
là dove l’eco di passi perduti,
si mescola al pianto di un cuore ferito.

Le stelle, pallide come lacrime, brillano
scrutando le ombre che si muovono in cerchio
sussurri di fantasmi, storie dimenticate
nel giardino dei ricordi, fascino e mistero.

La luna, una dama vestita di bianco
culla i segreti di amori traditi
le rose nere fioriscono nei taciti anfratti
petali di nostalgia nei sogni svaniti.

Sotto archi di pietra, la storia si scrive
un canto di dolore, d'eterna memoria
le correnti del tempo avvolgono il buio
mentre il mistero tesse il suo manto di gloria.

Oh, dolce penombra, custode dei cuori
tra le tue braccia, l’anima si perde
in un abbraccio di tenebre e di luci
dove la vita e la morte infine si fondono.

© Emyly Cabor

domenica 16 marzo 2025

OMBRE DI NOTTE

Tema sulla notte nell'immaginario artistico | Studenti.it
foto via web

 

Nel silenzio dove l'ombra passeggia
e il vento sussurra perduti segreti 
la luna pallida, in punta di piedi
lontano osserva i cuori inquieti.

Un canto di sirene, desolato e profondo
accompagna le stelle in un cielo morente
tra spettri di sogni, un destino implacabile
cavalca i fantasmi di un amore assente.

Sotto il manto della bruma eterna
le ombre si allungano, si intrecciano e si perdono
un richiamo disperato alla vita che fugge
mentre il tempo, come sabbia, ci inghiotte.

Le rose nere, fioriscono nei giardini di dolore
pungenti spine abbracciano il cuore
ogni petalo un ricordo, ogni goccia un lamento
la bellezza si tinge di un oscuro tormento.

Camminiamo tra le fiamme del ricordo
in cerca di un rifugio, in cerca di un volo
ma la notte, complice dei nostri desideri
ci avvolge nel suo abbraccio di gelo.

E così, danziamo, noi anime perdute
sotto cieli di diamante, in notti recise
mentre il buio canta la sua melodia
una poesia oscura, dolce agonia.

© Emyly Cabor

 

sabato 15 marzo 2025

IL DONO

                                    

foto via web

                                        

Ho il dono della seconda vista, quella dell’anima, un velo sottile che separa me, dal mistero. Non vedo solo fantasmi o ombre, ma in primis leggo nel cuore, per me è come un libro aperto. Vedo la tristezza celata in un sorriso, la gioia trattenuta, un pianto silenzioso. Le parole non dette, le emozioni profonde. Mi basta poco per vedere la scintilla interna, che rivela la verità che gli occhi non vedono. Osservo lo sguardo, la piega della fronte, il tremore delle mani, il respiro affannoso, e leggo la storia interiore. Questa mia facoltà, è un dono pesante, una responsabilità. Perché vedo oltre le maschere, le finzioni, le apparenze ingannevoli, le ipocrisie comuni. Vedo la vulnerabilità, la fragilità umana, la bellezza nascosta, la purezza dell’anima. E imparo a comprendere, ad amare profondamente, ad accettare le debolezze, le imperfezioni. Perché dietro ogni sguardo, ogni sorriso, ogni lacrima, si cela un universo di sogni, di paure, di speranze, di gioie intense, di dolori laceranti. Un mondo segreto, nell’intimità profonda, che solo la seconda vista può comprendere. E sento di questa conoscenza, il peso e la leggerezza, consapevole che  questo dono  mi lega all’umanità. Per questo osservo con rispetto, con amore e umiltà, le anime che incontro nel mio cammino, cercando di capire, di sentire, di condividere, la bellezza del sentire. Questo dono, oltre a rendermi partecipe del mondo invisibile, mi arricchisce e mi insegna il mistero della vita.

©️ Emyly Cabor

giovedì 13 marzo 2025

LA PANCHINA

                                        

foto via web

Una panchina vecchia, di legno consunto, sotto un albero antico, di storia ricoperto. Un poeta seduto con sguardo assorto, tra  foglie cadute, nel suo segreto mondo.

La panchina ascolta, i versi sussurrati, parole di dolore, di gioia, d’amore. Il poeta si china, sulla carta stropicciata, tra rime che fluiscono dalla sua penna come un fiume in piena.

Ogni parola è scelta, con cura e passione, un’emozione in ogni espressione. Il vento soffia piano, tra i rami del faggio, portando con sé, un profumo di maggio.

Il poeta respira, l’aria fresca e pura, trovando ispirazione nella natura. La panchina è testimone, di sogni, di tormenti, di lacrime e speranze.

Il poeta si alza, e si avvia con passo leggero, lasciando sul sedile il suo  prezioso poema. La panchina rimane solitaria, silente, ad aspettare impaziente, un altro palpitante cuore. Un altro poeta forse, o un semplice amante, che troverà conforto, nel suo abbraccio invitante.

Il sole tramonta, dipingendo il cielo, di colori vivaci, la panchina silenziosa, nel crepuscolo immersa, custodisce i sogni, di quel  poeta. E tra le foglie secche, cadute a terra, un frammento di poesia, rivela la sua malinconia.

©️ Emyly Cabor