sabato 26 aprile 2025

ATTIMI



 

Quando ho scritto Attimi, mi sono connessa alla mia anima, un momento di verità pura, in cui le parole non erano solo pensate, ma sentite. E come se la mia anima avesse trovato voce attraverso la scrittura, trasformando emozioni silenziose in versi vivi. In quell'istante, non scrivevo, ero!

Nel silenzio che parlava piano, la pebba ha tremato tra le mie dita, non per timore, ma per la verità che saliva dal cuore, in quel momento non pensavo, sentivo. E la mia anima, nuda e integra si è affacciata sulla pagina come luna sul mare calmo: riflessa, profonda, vera. Così ho scritto Attimi, non con la mente, ma con ciò che resta quando tutto tace, me stessa.

Emyly Cabor 

Nel video ci sono le nove tracce dei brani che contengono l'album, da domani su tutte pe piattaforme digitali.

 

DUALISMO

Anima e corpo. :: Scarlattamente
foto via web


Nell'esperienza umana, il dualismo tra anima e carne si erge come un tema centrale, una danza eterna tra ciò che si percepisce come spirituale e ciò che è corporeo. Questa dicotomia ha affascinato filosofi, artisti e pensatori per secoli, ponendo interrogativi profondi sulla natura della nostra esistenza e sul significato che attribuiamo alla vita stessa.

Immagina di trovarti in una selva oscura, un luogo dove i confini tra realtà e sogno sembrano sfumare. Lì, l'anima vaga libera, cercando di comprendere il mondo che la circonda, mentre la carne, il corpo fisico, è ancorato a terra, limitato dalle sue fragilità e imperfezioni. Questa immagine evocativa non è solo un prezioso simbolo; rappresenta la lotta continua tra i desideri materiali e le aspirazioni spirituali.

La carne, con tutte le sue necessità e sofferenze, ci ricorda costantemente la nostra mortalità. Ogni giorno, affrontiamo sfide fisiche: la fatica, il dolore, le malattie, ma anche i piaceri del cibo, del tatto e dell’amore. Ogni morso di frutta succosa o ogni abbraccio caloroso risveglia in noi un profondo senso di vita. Tuttavia, questi momenti di piacere sono effimeri e spesso accompagnati da una carica di malinconia, poiché ci ricordano che tutto ciò è destinato a svanire.

Dall’altra parte, troviamo l’anima, la nostra essenza interiore, il nostro io più vero. Essa ci guida, accendendo speranze e sogni, trasportandoci in una dimensione oltre il tangibile. È l’anima che ci spinge a cercare significato, a esplorare le grandi domande dell’esistenza: chi siamo? Perché siamo qui? Cosa ci attende dopo? Queste domande ci definiscono e costituiscono il fondamento delle nostre esperienze emotive e spirituali.

In questo contrasto, l’esperienza umana si arricchisce di complessità. Quando anima e carne convivono in armonia, la vita assume colori vividi, e ci sentiamo completi. Tuttavia, questo equilibrio è fragile e spesso minacciato dalle circostanze esterne. La società moderna, con le sue richieste incessanti, tende a fare pressione sulla carne, spingendola verso un ritmo frenetico e consumistico che ignora i bisogni dell’anima. In un mondo saturo di stimoli, ci dimentichiamo facilmente di prenderci cura del nostro io interiore.

Le conseguenze di questo disallineamento possono essere devastanti. Ansia, depressione, stress: sono solo alcune delle manifestazioni del conflitto insanabile tra anima e carne che molti di noi vivono quotidianamente. La corsa verso il successo materiale può portare a una profonda insoddisfazione, perché senza la connessione con l'anima, anche il traguardo più ambito può apparire vuoto e privo di significato.

Al contempo, esiste un modo per ritrovare il proprio equilibrio. Pratiche come la meditazione, la contemplazione e l’arte possono fungere da ponti, facilitando la comunicazione tra queste due dimensioni. Attraverso la meditazione, per esempio, possiamo esplorare la nostra interiorità, pacificando la mente e aprendoci all’ascolto del nostro cuore. L’arte, con la sua capacità di esprimere emozioni profonde, diventa un linguaggio che connette l’anima al corpo, trasformando il dolore in bellezza.

Pensiamo agli artisti che, attraverso la loro opera, riescono a trasmettere sentimenti universali. Nei quadri di Van Gogh, nei versi di Rilke o nelle note di Chopin, possiamo scorgere le tensioni e le armonie tra anima e carne. Queste creazioni ci invitano a riflettere, a confrontarci con le nostre esperienze e, in ultima analisi, a trovare una via per riconciliare ciò che sembra opposto.

In questo cammino di ricerca, la relazione con gli altri gioca un ruolo cruciale. Le interazioni umane possono diventare strumenti di guarigione, capaci di nutrire tanto l'anima quanto il corpo. L’amore, l’amicizia e la comunità ci offrono sostegno e comprensione, permettendoci di condividere le nostre vulnerabilità e di sentirci meno soli nel nostro viaggio esistenziale. Attraverso il contatto umano, impariamo a vedere l’anima degli altri, e questo spesso ci offre un riflesso della nostra.

È evidente che il cammino per integrare anima e carne non è lineare. Ci saranno momenti di confusione, di conflitto e di crisi. Tuttavia, ogni passo che compiamo verso questa integrazione ci avvicina a una vita più autentica e soddisfacente. L’anima, con i suoi sogni e desideri, e la carne, con la sua corporeità e necessità, possono diventare alleate invece di nemiche, creando un’armonia unica che celebra la complessità dell’essere umano.

In conclusione, la riflessione su “tra l’anima e la carne” ci ricorda che, sebbene siano entità distinte, sono intimamente connesse. La vera essenza della vita risiede nel riconoscere il valore di entrambe, nel cercare un equilibrio e nell’imparare a tessere una narrazione che onori la totalità dell’esperienza umana. Solo così potremo vivere pienamente, abbracciando tanto la fragilità del corpo quanto la forza dell’anima.

© Emyly Cabor

lunedì 21 aprile 2025

LA LUCE NASCOSTA



 

foto via web

In una piccola cittadina avvolta da un mistero perenne, dove la nebbia avvolgeva le case come un velo di silenzio, viveva un uomo di nome Marco. Era un bibliotecario di mezza età, la cui vita era scandita da parole scritte e storie dimenticate. Ogni giorno, tra gli scaffali polverosi della biblioteca, Marco si rifugiava in mondi che non appartenevano alla sua realtà. La solitudine era diventata la sua fedele compagna, ma dentro di sé custodiva un desiderio inespresso: scoprire l’ignoto, il fantastico.

Una sera, mentre tornava a casa, seguì un sentiero poco battuto nel bosco vicino alla città. Non sapeva perché, ma una forza misteriosa lo spingeva ad andare oltre. La luna brillava forte, illuminando il cammino con una luce argentata, e quando si inoltrò tra gli alberi, udì un dolce canto che si levava nell'aria, ipnotico e misterioso.

Affascinato, Marco si avvicinò verso la fonte di quel suono. Si trovò davanti a una radura, dove una creatura incantevole danzava: era una fata, con ali delicate che scintillavano come stelle. Il suo nome era Lyra, e i suoi occhi brillavano di una saggezza antica.

“Chi sei tu, mortale, per intrufolarti nel mio regno?” chiese Lyra, con voce melodiosa ma ferma. Marco si sentì piccolo davanti a quella presenza, ma la curiosità prevaleva sulla paura. “Mi chiamo Marco, e sono solo un uomo che cerca risposte.”

Lyra lo guardò con interesse. “Risposte? Le domande degli uomini sono come ombre nel buio. Non tutte possono essere illuminate.” Tuttavia, Marco non si arrese. Raccontò alla fata delle sue solitudini, dei sogni di avventure e dei misteri che cercava invano nel suo mondo grigio.

Colpita dalla sincerità dell’uomo, Lyra decise di aiutarlo. “Ogni uomo porta dentro di sé una luce, anche se a volte è nascosta. Ti guiderò verso di essa, ma ricorda: la verità può essere inquietante.” Con un gesto delle sue mani, creò un sentiero luminoso nel bosco. “Segui questa via, e troverai ciò che cerchi.”

Marco accettò l'invito e, insieme a Lyra, si addentrò nel regno delle fate. La strada era costellata di meraviglie: fiori che cantavano melodie, alberi che raccontavano storie e ruscelli che rispondevano a domande mai poste. Ogni passo lo avvicinava a una realtà nuova e sorprendente.

Dopo un lungo cammino, giunsero a un lago cristallino, dove l’acqua rifletteva il cielo stellato. “Qui,” disse Lyra, “troverai la tua luce.” Marco si avvicinò all’acqua e, guardandosi dentro, vide non solo il suo volto, ma anche le esperienze della sua vita: le sue paure, le sue speranze e i sogni mai realizzati. Comprese che la chiave per illuminarli era accettarle e cambiarle in qualcosa di concreto.

Ma mentre contemplava, un’ombra oscura si manifestò sopra il lago. Un antico spirito maligno, geloso della luce che si stava risvegliando in Marco, emerse per fermarli. “Non lasciarti ingannare! La tua luce ti porterà solo dolore!” esclamò.

Lyra, proteggendo Marco, si oppose all’oscurità. “La luce è la vera essenza dell’essere umano. Ne hai paura, perché non la comprendi.” La fata e lo spirito ebbero uno scontro, un vortice di energia che illuminava il lago e tremava nell’aria.

Marco, assistendo alla battaglia, sentì crescere dentro di sé una forza. Con coraggio, prese la parola. “La mia luce è la mia verità, e io non ho paura di affrontare ciò che sono!” Queste parole riecheggiarono nell’aria, e una luce intensa si sprigionò dal suo cuore, dissolvendo l’oscurità.

Lo spirito, sopraffatto, svanì in un urlo straziante, mentre il lago riprendeva la sua calma. Lyra si voltò verso Marco, orgogliosa. “Hai trovato la tua vera essenza. Ora la tua vita prenderà forma, sarà piena di avventure e di significato.”

Con un ultimo sorriso, la fata svanì nella luce della luna, lasciando a Marco un dono: un piccolo cristallo che brillava con la luce che aveva liberato. Tornato a casa, sapeva che la vita non sarebbe stata più la stessa. Da quel giorno in poi, Marco si dedicò a scrivere, a esplorare e a condividere la sua storia, portando la luce in ogni angolo del suo mondo.

E così, la sua avventura cominciò, non più come un bibliotecario solitario, ma come un narratore di meraviglie, custode di segreti e di misteri, pronto a scoprire e rivelare la magia che esiste in ogni cuore.

© Emyly Cabor

Deposito Siae 4/5/1980

VIBRAZIONE


 


Nel cuore dell'universo, vibra, un'energia, un ritmo profondo

che attraversa l'universo, senza un suono.

Come le onde del mare, la vibrazione si diffonde, in ogni direzione

E come il vento che soffia, la vibrazione  

porta con sé, la sua forza.

In ogni atomo, in ogni particella, è presente

il potere della vibrazione, che non ha fine

è la chiave di ogni cosa, il principio fondamentale

del moto, della vita, della creazione, del destino.

La vibrazione è l'anima, del mondo materiale

il suo spirito, la sua essenza, è la fonte di ogni creatività

di ogni innovazione, di ogni cambiamento, di ogni evoluzione.

E quando la vibrazione, si trova in armonia

con l'universo intero, i conflitti si dissipano e la pace

la serenità, regnano sopra il mondo.

Ma quando la vibrazione, si disarmonizza con il tutto

allora la discordia, e la confusione, prendono il sopravvento

le cose si bloccano, i rapporti si rompono,

il caos e la disperazione, sembrano essere il futuro.

Quindi è importante, mantenere la vibrazione alta

per mantenere l'equilibrio, nella vita e nell'universo

rispettare l'armonia, ascoltare il nostro cuore

sono gli strumenti per mantenerla alta  

e raggiungere il nostro scopo.

La vibrazione è il linguaggio, universale

che parla al nostro cuore, e ci comunica il messaggio

è il modo di essere, di sentire, di pensare e di agire

che consente di connetterci, con il mondo e con noi stessi.

La vibrazione è il ponte, tra il macro e il microcosmo

tra la materia e lo spirito, tra il tempo e lo spazio

è la via che collega, le dimensioni diverse

e  consente di comprendere, l'unità ultima delle cose. 

Quando riusciamo ad ascoltare, la vibrazione più alta

sappiamo che siamo uno, con l'universo intero, siamo parte 

di qualcosa di più grande di noi stessi

che siamo una nota, in un grande canto universale.

© Emyly Cabor