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foto via web |
In una piccola cittadina avvolta
da un mistero perenne, dove la nebbia avvolgeva le case come un velo di
silenzio, viveva un uomo di nome Marco. Era un bibliotecario di mezza
età, la cui vita era scandita da parole scritte e storie dimenticate.
Ogni giorno, tra gli scaffali polverosi della biblioteca, Marco si
rifugiava in mondi che non appartenevano alla sua realtà. La solitudine
era diventata la sua fedele compagna, ma dentro di sé custodiva un
desiderio inespresso: scoprire l’ignoto, il fantastico.
Una sera,
mentre tornava a casa, seguì un sentiero poco battuto nel bosco vicino
alla città. Non sapeva perché, ma una forza misteriosa lo spingeva ad
andare oltre. La luna brillava forte, illuminando il cammino con una
luce argentata, e quando si inoltrò tra gli alberi, udì un dolce canto
che si levava nell'aria, ipnotico e misterioso.
Affascinato,
Marco si avvicinò verso la fonte di quel suono. Si trovò davanti a una
radura, dove una creatura incantevole danzava: era una fata, con ali
delicate che scintillavano come stelle. Il suo nome era Lyra, e i suoi
occhi brillavano di una saggezza antica.
“Chi sei tu, mortale,
per intrufolarti nel mio regno?” chiese Lyra, con voce melodiosa ma
ferma. Marco si sentì piccolo davanti a quella presenza, ma la curiosità
prevaleva sulla paura. “Mi chiamo Marco, e sono solo un uomo che cerca
risposte.”
Lyra lo guardò con interesse. “Risposte? Le domande
degli uomini sono come ombre nel buio. Non tutte possono essere
illuminate.” Tuttavia, Marco non si arrese. Raccontò alla fata delle sue
solitudini, dei sogni di avventure e dei misteri che cercava invano nel
suo mondo grigio.
Colpita dalla sincerità dell’uomo, Lyra decise
di aiutarlo. “Ogni uomo porta dentro di sé una luce, anche se a volte è
nascosta. Ti guiderò verso di essa, ma ricorda: la verità può essere
inquietante.” Con un gesto delle sue mani, creò un sentiero luminoso nel
bosco. “Segui questa via, e troverai ciò che cerchi.”
Marco
accettò l'invito e, insieme a Lyra, si addentrò nel regno delle fate. La
strada era costellata di meraviglie: fiori che cantavano melodie,
alberi che raccontavano storie e ruscelli che rispondevano a domande mai
poste. Ogni passo lo avvicinava a una realtà nuova e sorprendente.
Dopo
un lungo cammino, giunsero a un lago cristallino, dove l’acqua
rifletteva il cielo stellato. “Qui,” disse Lyra, “troverai la tua luce.”
Marco si avvicinò all’acqua e, guardandosi dentro, vide non solo il suo
volto, ma anche le esperienze della sua vita: le sue paure, le sue
speranze e i sogni mai realizzati. Comprese che la chiave per
illuminarli era accettarle e cambiarle in qualcosa di concreto.
Ma
mentre contemplava, un’ombra oscura si manifestò sopra il lago. Un
antico spirito maligno, geloso della luce che si stava risvegliando in
Marco, emerse per fermarli. “Non lasciarti ingannare! La tua luce ti
porterà solo dolore!” esclamò.
Lyra, proteggendo Marco, si oppose
all’oscurità. “La luce è la vera essenza dell’essere umano. Ne hai
paura, perché non la comprendi.” La fata e lo spirito ebbero uno
scontro, un vortice di energia che illuminava il lago e tremava
nell’aria.
Marco, assistendo alla battaglia, sentì crescere
dentro di sé una forza. Con coraggio, prese la parola. “La mia luce è la
mia verità, e io non ho paura di affrontare ciò che sono!” Queste
parole riecheggiarono nell’aria, e una luce intensa si sprigionò dal suo
cuore, dissolvendo l’oscurità.
Lo spirito, sopraffatto, svanì in
un urlo straziante, mentre il lago riprendeva la sua calma. Lyra si
voltò verso Marco, orgogliosa. “Hai trovato la tua vera essenza. Ora la
tua vita prenderà forma, sarà piena di avventure e di significato.”
Con
un ultimo sorriso, la fata svanì nella luce della luna, lasciando a
Marco un dono: un piccolo cristallo che brillava con la luce che aveva
liberato. Tornato a casa, sapeva che la vita non sarebbe stata più la
stessa. Da quel giorno in poi, Marco si dedicò a scrivere, a esplorare e
a condividere la sua storia, portando la luce in ogni angolo del suo
mondo.
E così, la sua avventura cominciò, non più come un
bibliotecario solitario, ma come un narratore di meraviglie, custode di
segreti e di misteri, pronto a scoprire e rivelare la magia che esiste
in ogni cuore.
© Emyly Cabor
Deposito Siae 4/5/1980
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