Giusy Carbonaro è una scrittrice e pensatrice contemporanea che
esplora con sensibilità e acume le complessità dell’essere umano. La sua
produzione si concentra su temi universali come l’autenticità, le
relazioni interpersonali e la ricerca della felicità. Con uno stile
diretto ma al tempo stesso poetico, Carbonaro invita i lettori a
guardare oltre le apparenze, sfidando le convenzioni sociali per
abbracciare una vita più autentica e appagante.
Le sue opere, tra cui Essere o Non Essere, si caratterizzano
per una profonda introspezione e un messaggio universale che trova
risonanza in un mondo sempre più dominato dalle apparenze. Con la sua
scrittura, Giusy Carbonaro si fa portavoce di una visione alternativa,
incentrata sui valori, sull’empatia e sulla connessione con se stessi e
gli altri.
Recensione: Essere o Non Essere di Giusy Carbonaro.
La lotta tra apparire ed essere.
Nell’epoca della digitalizzazione, dove l’apparenza sembra aver preso
il sopravvento sull’essenza, Giusy Carbonaro ci invita a riflettere
sulle conseguenze di questa tendenza. Essere o Non Essere è un
testo che esplora con lucidità le dinamiche di una società sempre più
orientata all’immagine, in cui l’autenticità rischia di essere messa da
parte in favore di standard irrealistici.
Attraverso una scrittura avvolgente e potente, l’autrice ci conduce
in un viaggio alla riscoperta di ciò che conta davvero: la ricchezza
interiore, la forza dei valori e l’importanza delle connessioni
profonde. Carbonaro analizza ogni aspetto della vita moderna, dal lavoro
alle relazioni personali, offrendo una prospettiva alternativa che pone
al centro l’essere umano nella sua essenza più vera.
Una critica all’effimero.
Carbonaro denuncia con forza il modo in cui l’apparenza è diventata
una moneta di scambio nella società contemporanea. L’autrice sottolinea
come i social media, il culto dell’immagine e la ricerca costante di
approvazione abbiano spinto molti a sacrificare la propria autenticità.
Tuttavia, attraverso esempi concreti e un linguaggio evocativo, invita
il lettore a riscoprire il valore dell’essere rispetto all’apparire.
La vera bellezza: una questione di interiorità.
Un tema centrale del testo è l’importanza dell’interiorità come fonte
di felicità e realizzazione personale. Carbonaro ci ricorda che la vera
bellezza non risiede nell’estetica esteriore, ma nella capacità di
connettersi con la propria interiorità e con gli altri. Solo attraverso
l’accettazione di sé e la coltivazione di relazioni autentiche possiamo
trovare un senso di appagamento duraturo.
Un invito all’autenticità.
Essere o Non Essere è un invito a guardare oltre le immagini
patinate e a riscoprire l’autenticità come valore fondante della nostra
vita. Con una scrittura incisiva e profonda, Giusy Carbonaro ci sprona a
riflettere su ciò che davvero conta e a costruire un’esistenza basata
su relazioni significative, passioni genuine e una connessione sincera
con noi stessi.
Conclusione.
Con Essere o Non Essere, Giusy Carbonaro offre una
riflessione necessaria e attuale su una società che sembra aver perso di
vista l’importanza dell’essenza. Alessandria Today è orgogliosa di
contribuire alla diffusione di questa voce potente e autentica, capace
di toccare il cuore dei lettori e di ispirare un cambiamento reale.
Nell’epoca in cui viviamo, l’apparenza
sembra aver preso il sopravvento sull’essenza. Siamo costantemente
bombardati da immagini e messaggi che ci spingono a credere che ciò che
conta di più sia il nostro aspetto esteriore, piuttosto che la nostra
vera natura. Questa tendenza si manifesta in ogni aspetto della nostra
vita, dalla moda all’intrattenimento, dal lavoro alle relazioni
personali. Eppure, al di là di questa illusione, esiste un mondo fatto
di valori autentici, di connessioni profonde e di una ricchezza
interiore che trascende l’apparenza. È in questo mondo che possiamo
trovare la vera felicità e la realizzazione di sé. In questo tempo,
l’apparire sembra aver preso il sopravvento sull’essere. Ovunque ci
volgiamo, siamo circondati da immagini patinate, da vite perfette sui
social media, da personaggi pubblici che sembrano aver raggiunto l’apice
del successo e della bellezza.
Questa costante esposizione
all’immagine ideale ci spinge a credere che per essere accettati e
apprezzati dobbiamo conformarci a questi standard irrealistici. Ma cosa
succede quando ci rendiamo conto che dietro queste immagini perfette si
nascondono spesso insicurezze, fragilità e problemi? Quando scopriamo
che la vita di chi ci sembra così realizzato è in realtà tutt’altro che
semplice e appagante? È in questi momenti che capiamo quanto sia
importante andare oltre l’apparenza e cercare di comprendere la vera
essenza delle cose e delle persone. Nell’era della digitalizzazione e
della costante connessione, l’apparenza è diventata una sorta di moneta
di scambio. Siamo costantemente alla ricerca di like, condivisioni e
commenti che possano confermare la nostra immagine pubblica,
dimenticando spesso di coltivare la nostra vera identità.
Questo fenomeno si riflette anche nel
mondo del lavoro, dove sempre più spesso l’aspetto fisico e la capacità
di presentarsi in modo accattivante diventano fattori determinanti per
il successo, a discapito delle reali competenze e della passione per ciò
che si fa. Ma l’apparenza non può sostituire l’essere. Dietro una
facciata impeccabile, può nascondersi una persona insoddisfatta,
insicura e incapace di affrontare le sfide della vita. È solo quando
riusciamo a guardare oltre l’immagine che possiamo scoprire la vera
ricchezza di un individuo, fatta di esperienze, emozioni e valori. In
questo tempo, l’apparire sembra aver preso il sopravvento sull’essere
anche nelle relazioni interpersonali. Siamo sempre più attenti a come ci
presentiamo agli altri, a come veniamo percepiti e giudicati. Spesso
sacrifichiamo la nostra autenticità pur di essere accettati e
apprezzati, dimenticando che le vere connessioni si costruiscono sulla
fiducia, sulla comprensione e sulla condivisione di valori comuni.
Eppure, nonostante questa tendenza,
esiste ancora un mondo fatto di persone che hanno il coraggio di andare
controcorrente, di abbracciare la propria unicità e di coltivare una
vita autentica. Sono coloro che sanno che la vera bellezza risiede
nell’interiorità, nella capacità di empatizzare, di ascoltare e di
offrire il proprio sostegno agli altri. Questi individui sanno che
l’apparire non può sostituire l’essere, e che la vera felicità e
realizzazione personale si trovano nel coltivare una vita interiore
ricca e appagante. Essi comprendono che l’essenza di una persona è molto
più importante del suo aspetto esteriore, e che è solo attraverso la
connessione con la propria interiorità che possiamo trovare la forza per
affrontare le sfide della vita. È fondamentale riscoprire il valore
dell’essere.
Dobbiamo imparare a guardare oltre le
apparenze, a non lasciarci ingannare dalle immagini patinate e dalle
vite perfette che ci vengono presentate. Dobbiamo avere il coraggio di
abbracciare la nostra vera natura, di accettare i nostri limiti e di
coltivare una vita autentica, fatta di relazioni significative, di
passioni genuine e di una profonda connessione con noi stessi e con gli
altri. Solo in questo modo potremo trovare la vera felicità e la
realizzazione di sé. Solo quando l’essere prenderà il sopravvento
sull’apparire, potremo costruire un mondo più autentico, più
compassionevole e più appagante per tutti.
Carissimi, vi descrivo come è nato il brano IL SOLE.
Un giorno di Agosto, mentre mi trovavo sul molo a guardare le barche ormeggiate, non so come in un attimo sono caduta nel mare che quel giorno era tempestoso. Mentre le onde si infrangevano con furia sulla scogliera, io mi
trovavo in balia della loro forza, lottando disperatamente per non essere
inghiottita dalle acque tumultuose. Il cielo era plumbeo, i tuoni
rimbombavano e la pioggia batteva senza sosta sul mio corpo ormai
esausto. Senza più combattere, mi lasciai andare giù. In quel momento di estremo pericolo, quando ogni speranza
sembrava perduta, una figura apparve all'orizzonte, come un
raggio di luce in mezzo all'oscurità.
Era un un uomo dalla bellezza sconvolgente, i cui capelli dorati
fluttuavano al vento come fiamme danzanti. I suoi occhi, di un azzurro
intenso come il mare stesso, mi fissavano con amore,
mentre le sue braccia forti mi afferravano e mi tiravano fuori dalle
acque vorticose avvolgendomi nelle sue grandi ali. In quel momento, sentii come se il Sole fosse spuntato
all'improvviso, rischiarando la mia anima e infondendomi una nuova forza
vitale.
I suoi movimenti erano fluidi e gentili, e il suo sguardo
emanava serenità. Nel suo caldo abbraccio, lentamente,ripresi conoscenza. Con un sorriso rassicurante, l'uomo mi rivelò di essere un Angelo, sceso dal cielo per vegliare su di me e per proteggermi dai
pericoli della vita. Mi spiegò che aveva avvertito il mio grido di aiuto e si era
precipitato in mio soccorso. Ascoltando le sue parole, sentii il mio cuore riempirsi di gratitudine e
di meraviglia.
Da quel giorno, la mia vita è cambiata radicalmente.
Ogni volta che
penso a quell'episodio, il mio animo si riempie di una gioia
indescrivibile e di una profonda riconoscenza verso il mio Angelo. Così ho deciso di omaggiarlo attraverso la
musica, componendo una canzone che potesse esprimere tutta la mia
gratitudine e il mio amore.
Il brano, intitolato "Il Sole", è un inno alla luce che ha illuminato il
mio cammino in un momento di disperazione. Nelle sue note, ho
cercato di catturare l'essenza del mio Angelo, la sua
grazia, la sua forza e la sua infinita bontà. Ogni volta che lo ascolto,
rivivo quell'istante in cui il suo sguardo mi ha trasmesso la certezza
che non ero sola, che c'era qualcuno che vegliava su di me.
La composizione del brano è stata un processo catartico, un modo per me
di elaborare l'esperienza vissuta e di rendergli omaggio in maniera
tangibile. Ogni strofa, ogni accordo, ogni parola è stata scelta con
cura, per creare un'opera che potesse trasmettere l'intensità delle
emozioni provate in quel momento cruciale.
Mentre le note si susseguono, l'ascoltatore è trasportato in un viaggio
ricco di luce fino a raggiungere la riva della
speranza e della rinascita. Chiudete gli occhi e lascetevi andare sulle note del "IL SOLE", vi donerà luce e serenità.
Carissimi, vi descrivo come è nato il brano "Capriccio di donna".
In quei masi la mia anima era pervasa da
un'emozione così intensa che non potevo fare a meno di
esprimerla attraverso le parole. Quel titolo racchiude in sé tutta la
complessità e la bellezza di un cuore che ama. Quando ho scritto la poesia, da cui ho tratto il testo per riportarlo in musica, mi sono immersa in un
viaggio interiore, cercando di penetrare nell'intimo della mia anima, di cogliere i suoi segreti più reconditi e di tradurli in suono.Ho voluto celebrare l'amore e la passione che una donna è in grado di suscitare nel cuore di chi la ama veramente. L'amore è un fuoco che brucia ed illumina le notti più buie, è un vento che spazza via ogni cosa, e riempie il cuore di speranza e fiducia nell'amato. In "Capriccio di donna" ho raccontato la donna che sono, nelle sue sfumature, nella sensualità, nella forza
di carattere. Ho descritto gli slanci passionali, la profondità del mio universo emotivo. Ho reso
omaggio alla mia essenza, forte, invincibile, ma nello stesso tempo romantica e dolce.
Carissimi, vi descrivo come è nata, Arpeggi di Memoria.
L'ho scritta perché il mio cuore era pieno di emozioni
che non volevo esprimere solo a parole. Ogni nota, ogni accordo, era un
frammento di un ricordo, una storia che voleva essere raccontata. Ogni arpeggio suonato alla chitarra evocava immagini,
sensazioni, momenti che avevano plasmato la mia anima. Era come se il
mio strumento fosse una finestra sul passato, una porta che mi
ha permesso di rivivere istanti preziosi e indimenticabili. Ho cercato di catturare l'essenza dei miei
ricordi, di trasformarli in note che potessero risuonare nell'anima di
chi le ascoltava. Un frammento di me stessa che prendeva vita,
una finestra aperta sul mio mondo interiore. E' nata così Arpeggi di Memoria perché
sentivo il bisogno di raccontare, di condividere con il
mondo le emozioni che la musica aveva suscitato in me. Ogni accordo,
ogni melodia, era un tassello di un puzzle che, una volta assemblato,
avrebbe rivelato la mia anima. Chiudete gli occhi e lasciatevi anche voi avvolgere dai ricordi.
Il testo racconta di passione e dolcezza, celebra la bellezza di un
sentimento puro. I Cristalli Rosa, sono simbolo di amore e fiducia, che
brillano come stelle nel cielo notturno, guidando gli innamorati verso
la felicità. In ogni parola, ho dipinto il colore dei sentimenti, che
vibrano nell’anima. Ho scritto di baci appassionati, di risate sincere e
di gesti gentili. Cristalli Rosa, è un canto che si diffonde
nell’aria, portando speranza a chi crede nell’amore, nel potere
trasformatore di questo sentimento, che può guarire le ferite più
profonde, e rendere bellissime anche le giornate più grigie. Cristalli
Rosa è un inno all’amore e alla sua bellezza, un tributo alle emozioni
che fanno sentire vivi, un invito a lasciarsi trasportare dalla magia
dell’amore, che è la forza più grande che possiamo incontrare. E con
queste parole che vi invito ad ascoltarlo, a lasciare che il cuore si
apra alla dolcezza. Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare sulle
note di Cristalli Rosa.
Nel silenzio della casa, le tue parole ondeggiano come
foglie nel vento, nell’eco di dolcezza che abbraccia la memoria di un affetto
che rimane.
Le tue mani, carezzevoli come il sole, tracciavano
storie nei miei sogni, e ogni mio passo, ora, porta il sussurro del tuo nome.
I ricordi sono un fiume di vita, negli eterei abbracci
che scaldano il cuore, un invito che induce a guardare oltre, nel ricordo
dei tuoi baci dati con dolcezza.
Ricordo te, mamma, nel profumo del talco che inondava
la casa, le tue mani agili nel cucire eleganti vestiti, con il sole che
filtrava attraverso le tende della veranda, tra canti e risate alternate.
Nella quiete della sera, la tua fantasia si perdeva in
ogni viaggio sognato, in ogni sguardo, cercato nelle stelle lontane.
Nel silenzio ti sento vicina, un profumo di fiori
nella percezione divina. Con le mani nel vento, ti cerco, ti trovo, sei la mia
euritmia, il mio tesoro.
Nel giardino delle viole dove la Luce racconta le
storie più belle, cammino al tuo fianco nella tua amabile voce che è un
perpetuo ti voglio bene.
Ora insieme ricamiamo origami nel vento, nel profumo
di un passato che non svanisce, ma vive nei ricordi intessuti in ogni tua
parola, nel verso che mai tace e tutto consola.
Nel chiarore del sole, il tuo sorriso è vita che
continua in una terra vicina, negli abbracci che doni a chi ti viene incontro
per prima.
Sei andata via, ma il mio cuore è con te, nel nostro
amore, che è l’energia più pura è vera che c’è.
Buongiorno Emyly è un piacere incontrarti ed è un piacere
presentarti ai lettori di Alessandria today che troveranno nei diversi
modi in cui esprimi la tua arte, espressioni di loro interesse, essendo
tu musicista, cantautrice, pittrice e poetessa. È da pochissimi
giorni che è uscito il tuo singolo “Arpeggi di Memoria” e e tra non
molto uscirà la tua raccolta di poesie dal titolo “Vibra un Canto”.
A
che età hai iniziato a manifestare la tua arte? E in particolare ha
iniziato a scrivere da giovane o da adulta? E com’è nata l’esigenza di
scrivere poesie?
Buongiorno Marcello un saluto a te e a tutti i lettori di Alessandria Today. Sono
certa di essere nata con dei doni, tra cui la Poesia. Nell’età scolare
scrivevo tantissimo, la mia insegnante si meravigliava come descrivessi
mondi sconosciuti e usassi termini non consueti per una bambina. Ma
l’esigenza di scrivere è diventata più forte quando un episodio
spiacevole accadde nella mia vita. Avevo otto anni ero al mare con la
mia famiglia e un pomeriggio mentre passeggiavo sul molo con una
compagna di giochi, caddi in mare nel punto più pericoloso, dove c’era
un mulinello. Pur sapendo nuotare bene la mia forza era niente contro
quel vortice che mi risucchiava giù. E fu proprio lì che accadde un
qualcosa che cambiò la mia vita per sempre. Mentre venivo risucchiata
giù, una voce dolce ma autorevole mi indusse a riaprire gli occhi.
Inizialmente vidi una luce radiosa come un Sole che girava
vorticosamente sprigionando colori che presero la forma di due braccia
la quale mi alzarono dal fondale marino e mi avvolsero in un abbraccio.
Nel suo respiro ho ripreso a respirare di nuovo e la percezione della
realtà che avevo vissuto fino a qualche minuto prima cambiò totalmente.
Da allora nelle mie liriche scrivo di Lui.
Esiste un nesso sentimentale e/o culturale tra il tuo essere poetessa e le tue altre attività artistiche?
La mia formazione artistica è avvenuta presto, prima con mio padre e
con i tanti artisti che frequentavano l’Atelier. Musicisti, poeti,
scrittori, scultori, hanno avuto un forte impatto su me. In seguito ho
intrapreso gli studi sia musicali che artistici. Così tra musica e arte
la poesia nasceva spontanea, ogni nota e ogni colore era spunto per
scrivere un pensiero che veniva dal cuore.
Quale delle tue attività senti più vicine al tuo modo di essere?
Direi tutte. La prima che mi è venuta incontro è stata la musica.
Sono nata col sottofondo dei famosi Jeux Inderdits suonata alla chitarra
da mio padre. Di pari passo ci sono le altre arti in tutte le forme,
infine la poesia che entrambi i miei genitori amavano. Mia madre
recitava ogni giorno una lirica e mio padre l’accompagnava con il
mandolino, rimanevo estasiata ad ascoltarli, era come aver trovato un
angolo di paradiso.
Quali sono le letture che preferisci? E quali quelle che hanno contribuito alla tua formazione di poeta?
Mi è sempre piaciuto leggere di tutto, ma tra i tanti libri Cime
Tempestose di Emily Bronte mi è rimasto nel cuore. Una storia d’amore
che va oltre la morte e ad ogni sensazione umana è vero amore.
Fra le varie tematiche che la vita di ogni giorno offre al
poeta o che il poeta sente nell’intimità del proprio cuore di quali
preferisci scrivere? E cosa ti spinge a preferire un tema rispetto agli altri?
Nel corso degli anni ho partecipato a vari concorsi scrivendo poesie
di tematiche varie, ma scrivere di passione è quello che mi ispira di
più. In tutto questo marasma di guerre, omicidi e suicidi l’amore sembra
essere sparito, ma è solo questo nobile sentimento che nutre e dà
calore al cuore, e il cuore ha bisogno di gioia, di abbracci e affetto
per stare bene.
Ogni prodotto letterario scaturisce dalla fantasia
dell’autore. Quali differenze ritieni che ci siano tra uno scrittore e
un poeta, al di là della forma letteraria?
Il poeta arriva diretto nell’esprimere ciò che pensa, mentre uno
scrittore deve articolare una storia. L’anima si esprime attraverso la
parola e ogni cosa che viene scritta resta indelebile nell’etere che ci
circonda, quindi bisogna fare attenzione a ciò che esprimiamo.
Personalmente penso che i pensieri che si donano agli altri tramite la
scrittura devono far sognare, riflettere e insegnare qualcosa. Devono
lasciare una traccia nel nostro cuore.
Grazie Emyly per le tue gentili e esaurienti risposte. Qui di seguito il link per i lettori che volessero ascoltare su youtube la tua recente canzone “Arpeggi di Memoria”